Castello di Pentedattilo
Descrizione
La fondazione di Pentedattilo, risale all’epoca alto medievale e può essere attribuita al diffuso fenomeno di riorganizzazione del territorio e delle strutture difensive e insediative che, a partire dal VII secolo e, con maggior frequenza tra il IX e il XII secolo, consolida la tendenza da parte delle popolazioni ad abbandonare le zone costiere, ormai insalubri ed insicure a causa degli impaludamenti, provocati da selvaggi disboscamenti, e dalle scorrerie dei saraceni.
Assieme a questa risalita lungo le valli, alla ricerca di siti salubri e difendibili, iniziò il processo di “ellenizzazione medievale”, dovuto alla colonizzazione monastica orientale.
Tra le prime opere ci fu la costruzione del Castello di Pentedattilo, un castello feudale edificato nel XIV secolo posto a 454 m s.l.m. e distante 32 km da Reggio Calabria.
Pentedattilo, citata tra le sedi protopapali dell’area reggina durante la dominazione bizantina, nel periodo della dominazione angioina, pur essendo fondo ecclesiastico, ha un suo presidio fortificato; mentre nel periodo tra la dominazione angioina e quella aragonese, appartiene al monastero archimandricale del SS. Salvatore di Messina.
Alla fine del XV secolo, i Francoperta da Reggio, furono i primi feudatari laici della baronia di Pentedattilo trasformando l’aspetto militare del castello in struttura residenziale. A loro subentrarono gli Alberti di Messina nel 1589, i quali comprarono la baronia per 15.180 ducati e la tennero fino al 1686. Risalgono a questo periodo le opere di ampliamento e potenziamento del castello, che venne dotato di baluardi e ponte levatoio.
Il XVII secolo è segnato da feroci lotte feudali tra gli Alberti di Messina e gli Abenavoli di Montebello, ed è nota la vicenda riguardante la strage degli Alberti perpetrata verso la fine del 1600 da Bernardino Abenavoli Barone di Montebello.
Dopo la dolorosa vicenda il maniero fu abbandonato e subì un inevitabile degrado. Nel 1760 il feudo passò a lorenzo Clemente, marchese di S. Luca, ma il terremoto del 1783 danneggiò notevolmente l’abitato ed il castello e Pentedattilo venne indicato tra i centri da ricostruirsi in altro luogo. Ma gli abitanti del paese incontrarono enormi difficoltà a trasferirsi sulla costa per l’opposizione del feudatario e per l’estrema povertà in cui versavano.
Il feudo fu acquistato, nel 1823 dai Ramirez di Reggio, e fu abitato fino al terremoto del 1908, che assieme a frane ed alluvioni fece sì che il borgo pittoresco rimanesse disabitato.
I ruderi del castello si modellano sulle asperità della rupe che domina l’abitato confondendosi con la roccia.
Tramite una ripida scalinata è possibile accedere all’interno del castello dove si possono individuare i vani voltati a botte e parte di un territorio circolare, e al di sotto di una zona pavimentata, attraverso canali circolari, sono visibili stanze ancora coperte.
Fonte: Castelli nella Provincia di Reggio Calabria – Volume 7