Festa delle Pupazze di Bova - Domenica delle Palme
Descrizione
Nella Chòra, Bova, sono ancora vive antichissime tradizioni popolari.
Ogni anno nella ricorrenza della festa cristiana delle palme, si perpetua un rito arcaico che prende origine dal mondo remoto della mitologia greca e dei misteri eleusini. I misteri eleusini erano riti religiosi misterici che si celebravano ogni anno nel santuario di Demetra nell’antica città greca di Eleusi.
Quando, nel VII secolo a.C., Eleusi diventò parte dello Stato ateniese, i riti si estesero a tutta la Grecia antica e alle sue colonie, inclusa Bova dove ancora il rito, ieri come oggi, è vivissimo e molto sentito.
La festa delle “Pupazze” o delle “Persephoni” prende origine dalla più antica mitologia, poiché il culto di Persephone e di sua madre Demetra era celebrato a Micene.
La festa, celebrata la domenica delle Palme, quindi nel periodo della Santa Pasqua, è molto sentita dai bovesi, tutti insieme infatti, con largo anticipo, si riuniscono e cominciano a dare forme alle pupazze.
Il rito, importante ed unico per Bova e tutto l’Aspromonte greco, va tutelato per la sua forte carica ritualista, per le sue implicazioni storico-culturali e per la simbologia che custodisce.
Processione delle pupazze
La tradizione consiste nel portare in processione delle grandi figure femminili (pupazze) realizzate dagli abitanti dell’incantevole borgo di Bova, intrecciando con abilità e pazienza i rami d’ulivo intorno ad un’asse di canna. Al termine di un laborioso procedimento di composizione, le pupazze, differenziabili per dimensioni in madri e figlie, sono “vestite” cioè, abbellite ed adornate con fiori, frutta e primizie e condotte fino alla Chiesa di S. Leo, santo patrono della Chora, dove riceveranno la benedizione.
Programma
La singolare Processione delle Palme si svolge secondo un programma ben definito:
ore 10.00: le “pupazze” vengono adunate in Piazza Roma, per giungere in processione al Santuario di San Leo, dove ricevono la benedizione. Da qui parte il suggestivo cammino tra gli stretti vicoli del borgo, un gioioso corteo di forme e colori, che attraversa le vie del centro storico per arrivare nella Concattedrale di San Teodoro.
ore 12.00: le pupazze lasciano la Concattedrale e vengono condotte sul sagrato, dove sono smembrate dei loro componenti (detti steddhi) e distribuiti ai fedeli.
Rituali
Alcuni collocano almeno una “steddha” su un albero del proprio podere, come segno di benedizione e a testimonianza dell’intimo rapporto sacro che unisce uomo e creato, altri fissano le trecce di ulivo sulla parete della camera da letto, altri sull’anta della cristalliera. Infine c’è chi utilizza le foglie benedette per “sfumicari”, cioè togliere il malocchio dalla casa e da chi la abita.