Strumenti Musicali

Descrizione

Il maggior sollazzo dei ricchi e dei poveri è quello di raccogliersi ad udire le belle tragude o canzoni, accompagnate dalla zampogna e dal tamburello che spesso improvvisano sotto le finestre delle donne amate, o radunandosi di sera specie di festa.

Cesare Lombroso, In Calabria, (Giannotta Editore, Catania, 1898)

La musica e il canto tradizionale sono state in “era pretelevisiva” il divertimento pressoché esclusivo in tutto l’Aspromonte Greco. Con gli anni ‘50 e ‘60 fra calamità naturali, emigrazione e spopolamento dei paesi interni ellenofoni a mano a mano la musica tradizionale come forma sociale è andata progressivamente scomparendo.

La musica ed i suoi strumenti accompagnavano tutte le fasi del ciclo della vita e dell’anno: matrimoni, battesimi (canzoni e sonate a ballu), funerali (lamento funebre) nonché le feste comandate: il Santo patrono, Natale, Capodanno, Pasqua, Carnevale. Tutte le feste private erano inoltre occasioni di suono e di canto costituendo una continua occasione di socializzazione e di divertimento (si veda la voce successiva sulla danza) legata soprattutto ai momenti di ballo.

Il tessuto di musicisti e cantori tradizionali della Calabria Greca si è progressivamente disgregato negli ultimi decenni. La scomparsa della vecchia generazione dei musicisti ha lasciato il terreno già a partire dagli ultimi scampoli del XX secolo a forme, nel bene e nel male, innovative a seguito della pressione di ecoturismo, festival, emigrazione e di nuovi modelli culturali relativi allo stesso modo di concepire musica, danza e strumenti. Allo stato attuale l’importanza e la presenza della zampogna e del suo repertorio è molto diminuita per scarso ricambio generazionale mentre l’organetto ha una diffusione capillare.

Rimandando ad altra sede sia l’analisi sulla cultura musicale storica dell’area sia in merito agli sviluppi che essa ha assunto nel presente possiamo qui di seguito segnalare alcuni degli strumenti della tradizione contadina e pastorale ellenofona

Cerameddi, Zampogna

Regina incontrastata della musica aspromontana è la zampogna. Della zampogna, strumento principe dell’accompagnamento della canzone tradizionale (in greco traguda) nella Calabria Greca sono presenti due tipi:

Cerameddi a paru – Zampogna a paru

Caratteristica principale di questo strumento è quello di avere le due canne di canto di eguale lunghezza, da qui la definizione a paru. I bordoni sono tre (basso, medio e acuto) tutti accordati in dominante. L’area della zampogna a paru è estesisissima e va dalla Sicilia Orientale a tutta la Calabria Meridionale. La pezzatura in uso nella Calabria Greca era di piccole dimensioni con tonalità oscillanti fra il la ed il sol.

Cerameddi a moderna – Zampogna a moderna

Questa zampogna è definita tradizionalmente “a moderna” perché nata probabilmente a cavallo fra XIX e XX secolo. Caratteristica principale è quella di avere le due canne di canto differenziate come lunghezza con il chanter sx quasi il doppio rispetto al chanter dx. Tale peculiarità nasce con ogni probabilità dall’influenza della maestosa zampogna “a chiave” tipica della parte settentrionale della provincia di Reggio e del Catanzarese. I bordoni sono accordati come nella zampogna a chiave (basso in tonica, medio e acuto in dominante). Anche qui le tonalità base oscillano fra sol e la. La zampogna a moderna (come quella a paru) suona preferibilmente accompagnata dal tamburello. Le piccole pezzature scompaiono nella sub-area di Cardeto per essere sostituite da strumenti di dimensioni maggiori e tonalità più grave (ad es. il Fa nella zampogna a paru).

Sulàvria – Doppio Flauto (in dialetto romanzo anche detti Fischiotti)

Sino al periodo fra le due guerre il doppio flauto si utilizzava ancora sia come strumento didattico propedeutico alla zampogna sia come strumento con un proprio autonomo repertorio ed una sua specificità. Per la facile trasportabilità è da sempre simbolicamente legato alla vita pastorale. Attualmente in forte crisi, permane la memoria costruttiva dello strumento ma non più la quantità di suonatori che un tempo lo utilizzava anche come propedeutico alle zampogne. Sono caratteristici dell’area due tipi di sulavria o fischiotti: a paru ed alla siciliana. Entrambi differenziati fra loro per scale ed intonazione sono realizzati interamente in canna con precise caratteristiche di stagionatura e di lavorazione

Frauta – Flauto stagionale di corteccia

Strumento molto precario e di brevissima durata (in genere un giorno), il flauto di corteccia (frauta) viene realizzato “svitando” la scorza di un pollone giovane di castagno in primavera. Ad una estremità del tubo sonoro si ricaverà successivamente un fischio e con il legno residuo si produrrà un tappo atto a canalizzare l’aria verso il taglio medesimo. Il suono viene modulato sia cambiando la pressione del fiato insufflato sia orientando in diverse posizioni un dito che viene posto sull’unico foro terminale.

Arganettu – Organetto

L’organetto arriva molto recentemente nell’area (come in tutta la Calabria) in un periodo databile fra le due guerre. Esclusivamente nella versione “due bassi” per tutto la Calabria Greca, lo strumento, più facile nella manutenzione e senza problemi di accordatura, ha finito per sostituire quasi completamente la zampogna nel repertorio sia della festa sia di accompagnamento al canto che in qualsiasi altre occasione musicale.

Tambureddu – Tamburello

Principale percussione in uso nell’Area Grecanica, questo strumento che appartiene alla famiglia dei tamburi “a cornice” secondo la procedura più all’antica viene costruito utilizzando il cerchio di un setaccio per farina nel quale si ricavano le finestre dove apporre i sonagli di metallo. Sul cerchio, infine, si incolla una pelle di capra che sarà stata appositamente ripulita dal pelo.

Chi costruisce gli strumenti della musica tradizionale grecanica

Ci limitiamo qui a segnalare i costruttori di strumenti storici della Calabria Greca. Fra i primi e fra i migliori liutai che hanno riproposto in questi ultimi anni gli strumenti della Calabria Greca, possiamo citare Sergio Di Giorgio di Reggio Calabria, Demetrio Vazzana di Prunella di Melito e Bruno Marzano di Bovalino. Tutti questi artigiani si distinguono per aver svolto un pazientissimo lavoro di censimento e documentazione dei centri di costruzione e più antichi modelli di strumenti musicali tradizionali prodotti nell’area fra XIX e XX secolo. Una autentica funzione di apripista nella riscoperta della zampogna e delle sue modalità costruttive (anche) nella Calabria Greca è stata svolta da Sergio Di Giorgio già dalla fine degli anni ’70.

LocalitaCalabria Greca
Tipo Risorsaartigianato