ESCURSIONE da Bova a Roghudi
Descrizione
Scheda Tecnica
Comune: Bova
Difficoltà: E
Dislivelli: 467 m discesa, 160 m salita
Altitudini: Bova (inizio sentiero) 834 m – base Roghudi 435 m – chiesa Roghudi 527 m
Tempi: andata circa 4 ore (Bova – Noì 2 ore)
Acqua: numerose sorgenti sino a Noì ed in ultimo la fontana vicino la chiesa di Roghudi
Segnaletica: rosso-bianco-rosso con n. 102 del Catasto dei Sentieri del Parco dell’Aspromonte. È parte del trekking che collega Bova a Delianuova. I due paesi hanno infatti forti vincoli dato che i due nuclei originari di Delianuova, Pedavoli e Paracorio, furono fondati dagli abitanti dell’antica Delia, ora Bova.
Carte I.G.M.: F° 615 I Bova; F° 602 II San Lorenzo
È la Fiumara Amendolea, la più imponente dell’intero Aspromonte, il motivo ricorrente di questo sentiero. La si domina dapprima dall’alto con ampi panorami che giungono sino al mare e all’Etna per poi avvicinarsi sempre più come risucchiati ed attratti inevitabilmente. Nell’ultimo tratto del percorso infatti ci si ritrova minuscoli e sperduti nell’immenso alveo del corso d’acqua con le ripidi pareti della valle che incombono. Solo da quaggiù si può comprendere quanto questa sinuosa via d’acqua, pietre e sabbia potesse giustamente intimorire i grecanici che erano costretti a percorrerla. Il sentiero è uno dei più antichi collegamenti tra la Chora (la capitale) e Roghudi. Il tratto sino a Noì collega una serie di casolari ormai abbandonati o trasformati in ovili posti sui crinali dei valloni che confluiscono nell’Amendolea. Purtroppo nei pressi di Chieromandri il sentiero è spesso dissestato per le frane. Quasi parallela al sentiero, ma più alta in quota, corre la vecchia provinciale ormai dismessa dopo la costruzione di un’altra strada che attraversa i piani di Bova e giunge a Roghudi con un tracciato più lungo. Evitare l’estate per il caldo e l’inverno per l’ultimo tratto da percorrere lungo il greto della fiumara.
Avvicinamento in auto
Dopo Bova proseguire verso la montagna superando il campo di calcio; poco più di 1 km e si nota a sinistra una stradina asfaltata che scende verso delle case.
Percorso a piedi
Imboccare il sentiero che inizia dietro una delle prime case a destra. Si trova, in questo primo tratto, un’ampia e comoda mulattiera intersecata da numerose sorgenti che tra lecci e qualche castagno conduce alle case ed ai coltivi di Lestizi. Poco prima si intercetta a sinistra il sentiero che scende a Focolio e risale a Gallicianò (n. 128 del catasto). Superate le case di Lestizi una pista consente di risalire alla vecchia provinciale. Invece, mantenendosi in quota, dopo l’ovile, riprende il sentiero che dopo aver superato un ruscello tra enormi castagni giunge alle prime case di Spartusa. Dai ruderi posti più in basso ricomincia il sentiero che dopo l’ennesimo ruscello traversa alcuni sfasciumi e aggira un costone roccioso per scendere nel torrente che scorre nell’incassato vallone Chieromandri giungendo alle case in località Tribuna (toponimo, come molti altri, non riportato sull’I.G.M.). Il tracciato è ora meno evidente ma sono ben visibili le case di Noì alle quali si perviene dopo aver superato il solito ruscello. In cima al vallone si notano i muraglioni di contenimento della vecchia provinciale. Si raggiunge quindi la pista che sale alla vecchia provinciale all’altezza di Simomogorto. Seguirla per un centinaio di metri sino ad una curva destrorsa dove si notano più giù alcune case su di un piccolo terrazzo proteso sulla fiumara ed alle quali arriva un esile sentiero. Giungendovi potrete finalmente vedere Roghudi ed il tratto lungo il letto della fiumara che bisogna percorrere per raggiungerlo. Sono circa 2 km ma non sottovalutate il percorso perchè in presenza di molta acqua sono necessari diversi guadi.
Da Noì si scende, attraverso terrazzamenti diruti, verso i resti di un casolare. Si supera un ruscello ed una cisterna giungendo ad una strettoia con un cancello di legno. Lasciato il casolare alla sinistra si perviene al greto della Fiumara Amendolea che bisogna risalire liberamente. Tenendosi sempre sul versante sinistra idrografico in alcuni costoni che si protendono come penisole verso la fiumara si notano i resti dell’antica mulattiera che elevandosi alta sulla fiumara evitava continui guadi: purtroppo diversi tratti della mulattiera sono franati ed a seconda della stagione potrà essere necessario guadare. Poco oltre giungerete alla confluenza del torrente Furria con la Fiumara Amendolea e quindi alla base del crinale sul quale è costruito Roghudi. Un acciottolato in parte franato introduce nel paese attraverso la cosiddetta porta di mare e con l’ultimo brusco dislivello porta alla chiesa ed alla piazza principale.
Fonte: Guida Naturalistica della Calabria Greca – Alfonso Picone – Rubbettino Editore – Collana Parco Culturale della Calabria Greca